sabato 5 dicembre 2015

Amicizia (tra mamme) e bebè


L'amicizia quando arriva un bambino cambia, si trasforma, alle volte non regge. Perché la maternità cambia la donna, e le esigenze di una mamma non sono più le stesse, e quasi sempre vengono prima le esigenze del proprio bambino. 
Quando le amiche non sono ancora mamme, alle volte non capiscono, si sentono trascurate, o giudicano la mamma eccessivamente ansiosa, o troppo attaccata al figlio, se non vuole lasciarlo neanche per 2 ore, se non vuole più uscire per una pizza, se preferisce passare tutti i week end con compagno e bebè.  



Ma alle volte l'amicizia subisce degli scossoni anche tra mamme, perché non tutte abbiamo lo stesso stile genitoriale (o di "maternage"), non tutti i bimbi sono uguali, e le varie coppie mamme-bimbo trovano soluzioni diverse alle diverse problematiche. 
Avere vicino altre mamme che hanno trovato le loro soluzioni, può essere una risorsa e costituire una ispirazione. A volte però questo viene vissuto come un implicito suggerimento a cambiare stile, e nella mamma emergono insicurezze, o la sensazione di non essere all'altezza, o di venire giudicata: queste sensazioni possono mandare in crisi anche le amicizie più importanti. 




Perché durante la maternità e il puerperio le mamme sono sì forti, ma sensibili, e sentirsi accettate e comprese, e mai giudicate è molto importante. 
Se la mamma non si sente completamente compresa, preferisce tagliare o chiudersi in sé stessa, pur soffrendo per la mancanza del rapporto amicale. 
Perciò mamme, e amiche cerchiamo di essere comprensive, non giudicanti, e accoglienti con le nostre amiche mamme... ognuna di noi sta vivendo una sua personale strada, impegnativa e che ci mette alla prova, continui tempi del bebè, i cambiamenti nel rapporto di coppia, e le responsabilità che inevitabilmente aumentano. 
L'amicizia è importante e un grande sostegno, impariamo ad accogliere ognuna con i suoi tempi, con le proprie fissazioni, con grande sorellanza!



Scritto da Roberta Leonarduzzi, doula, donna, sorella e mamma

(post originario comparso sulla pagina FB il 24 novembre 2015)


domenica 22 novembre 2015

Allattare non è la cosa più facile del mondo




Allattare non è la cosa più facile del mondo. 
Richiede sacrificio, e di cambiare le nostre abitudini e il nostro senso del tempo. 
Molte mamme mi dicono che non si è mai abbastanza preparate alle difficoltà che si possono incontrare allattando.
Questo succede anche perchè una volta le madri allattavano per la prima volta fisicamente, dopo aver visto e vissuto da vicino tanti altri allattamenti delle donne del proprio clan (le madri, le sorelle, le cugine). Quindi anche una primipara era comunque più "informata" di una mamma di oggi.
 E più sostenuta da altre donne che avevano già allattato, erano esperte, e la sostenevano anche tenendola a riposo per almeno sei settimane, in cui la mamma doveva esclusivamente pensare alla propria creatura.
Per allattare al seno oggi, nella nostra società dove facilmente abbiamo a disposizione il latte artificiale e il biberon, bisogna essere consapevoli, informate e sostenute. Consapevoli dei vantaggi del latte materno e del contatto pelle a pelle, consapevoli che non sempre l'allattamento al seno è una strada in discesa, e sostenute da altre donne, dalla propria famiglia, dal proprio compagno.

Scritto da Roberta Leonarduzzi, doula, donna, sorella e mamma
(post originario comparso sulla pagina FB il 3 novembre 2015)



Le immagini sono quadri di Mary Cassat, pittrice statunitense.

Diventare madri non è facile!


Diventare madri non è facile. 

Non è solo immagini patinate di gioia e di entusiasmi e soddisfazione. 

È anche un susseguirsi di dubbi, incertezze, è come attraversare una valle sconosciuta e nella quale a volte non ci riconosciamo. Ammettere questo non significa non essere buone madri, o non amare il proprio bambino. Ammettere questo e condividerlo con qualcun altro (una amica, una doula, la propria madre, l'ostetrica), significa accettarsi, accettare che la vita è anche sofferenza e ambivalenza, che crescere e diventare donna e madre passa anche dall'insofferenza, dal senso di smarrimento, dalla voglia di ritrovare la propria identità e rendersi conto che le cose sono cambiate. 

Aver voglia di urlare:" Fatemi tornare indietro!", "Datemi un bottone per spegnerlo, per avere una pausa, per uscire un momento con le amiche, con il compagno, con una sigaretta...", non ci rende pessime madri, ma madri vere, donne reali.

Parliamone, e accettiamo che alcune volte il senso di smarrimento sia maggiore della gioia. 

Siamo le mamme perfette per il nostro bambino anche così, perché siamo umane, e non una immagine patinata su un social network.


scritto da Roberta Leonarduzzi, doula, mamma, sorella e donna (originale pubblicato il 20 novembre 2015 su FB)



(immagini www.artecrea.it e Madre e figlio di Pablo Picasso)

lunedì 14 settembre 2015

Cesareo: cosa dire e cosa non dire!


Cose da non dire mai a una mamma che ha subito un taglio cesareo. 
Articolo  originale http://myrtlebeachbirthservices.com/five-things-say-cesarean-mom-three-things/ segnalato per Doule FVG da Federica Tamburlini e tradotto da Roberta Leonarduzzi 

1) "Ho avuto una enorme lacerazione / episiotomia! Avrei dato qualsiasi cosa per avere un cesareo! Siete stati fortunati! "
Sì, il tuo strappo vaginale fa davvero sembrare la mia incisione addominale una passeggiata nel parco! Mi hanno dovuta ricucire, mi hanno rimessa insieme di nuovo, tessuto per tessuto. I miei organi interni sono stati esposti. Grazie per averlo notato. Capisco che le lacerazioni possono essere molto dolorose, quelle gravi possono anche lasciare un danno permanente. Non ho certo intenzione di cercare di ridurre tuo dolore e la tua fatica confrontandoli al mio, quindi per favore non fare lo stesso per me. 


2) "Tutto ciò che importa è che tu e il bambino siate sani e felici!"

 Siamo in buona salute (si spera), ma non so se siamo felici. Mi rendo conto che le persone non vogliono nè dire nè fare nulla di male, e dicono questo con buonissime intenzioni, ma se una mamma che ha subito il cesareo che non è affatto felice di averlo avuto, sentirsi dire questo è peggio che fastidioso, è proprio dannoso. Quando si dice questo mi si  fa sentire come se i miei sentimenti sulla nascita fossero banali per te o per qualunque altra persona. Mi fa sentire in colpa, perchè sono ingrata per una nascita che comunque è andata bene (secondo gli altri). Molte persone non si rendono conto che si può essere felici e grati (per la nascita del bambino) e contemporaneamente anche essere molto tristi per la perdita dell'esperienza della nascita si desiderava e che era stata pianificata.

venerdì 4 settembre 2015

Quando nasce un bambino...

Quando nasce un bambino la felicità è sempre tanta, non solo per mamma e papà...
il mondo sembra tingersi di rosa, il cuore si riempie e sembra quasi straripare dal petto, il tempo si dilata e tutto sembra fermarsi per rendere onore a questa nuova vita che ha visto la luce.
foto Lily Sophia 
Questo è vero sempre, ma a maggior ragione quando la nascita avviene consapevolmente, dopo un intenso, meraviglioso e anche doloroso viaggio dentro di sé, dentro le proprie paure per esorcizzarle mettendosi alla ricerca delle proprie forze e risorse nascoste.
Per una donna questo spesso vuol dire riscoprire le proprie origini, la propria nascita e la forza (e le debolezze) della catena di donne che ci hanno portato nel mondo.
Molte donne lo fanno da sole, se sono connesse a se stesse, se riescono a prendersi il tempo per ascoltarsi in questo meraviglioso viaggio di anima e corpo che è la gravidanza.

venerdì 7 agosto 2015

Lettera alla mamma che non ha allattato




Copio qui la traduzione di una lettera di Scary Mommy , una consulente professionale dell'allattamento americana che ha scritto una bellissima lettera per tutte le mamme che non hanno allattato. 

Molte mamme si sentono giudicate per questo, per alcune è un fallimento personale, per altre una sconfitta, per altre è stata una liberazione. 
Altre mamme, che sostengono fortemente l'allattamento al seno, giudicano la scelta di abbandonarlo per il biberon, sulla base delle proprie esperienze, come una incapacità di sacrificarsi abbastanza. 
In realtà ogni mamma e ogni allattamento hanno la propria storia.

Personalmente, da mamma che ha allattato senza difficoltà, da mamma che ha avuto ragadi e candida e ha tenuto duro, da mamma che ha dovuto dare l'aggiunta (quattro bimbi quattro storie di allattamento diverse), da doula e da mamma che sostiene le altre mamme in allattamento nella Associazione Sorsi di Vita di Tavagnacco (UD)
insieme a Scary Mommy voglio dire che 
"Il giudizio e la vergogna di non aver allattato deve finire. Perciò scegliamo l’amore e non la paura. La connessione e non la divisione." 



Alla mamma che non ha allattato,

magari il tuo bambino non si è mai attaccato.

Magari ti ha fatto dannatamente male e niente lo rendeva migliore.

Magari hai avuto dei cattivi consigli in ospedale, o dal tuo pediatra o dal ginecologo, dall’ostetrica, da tua madre, dalle tue amiche.

Magari semplicemente non volevi allattare.

mercoledì 29 luglio 2015

Perchè una doula?

Pensieri in libertà su perchè vale la pena di avere una doula. 
Se ve ne vengono in mente altri aggiungeteli pure nei commenti.


Perchè la doula non giudica.
Perchè la doula pensa al tuo benessere.
Perchè la doula sa che il benessere del tuo bimbo passa dal tuo e sa che tu hai la forza per essere la migliore madre che lui possa avere.
Perchè una doula è disponibile quando ne hai bisogno.
Perchè una doula immagina quello che provi, anzi si sintonizza sui tuoi sentimenti, li legge, li contiene, te li rimanda e ti permette di vedere le tue risorse, anche quando inizialmente sentivi solo le tue debolezze.



Perchè una doula ti sa spiegare che le tue debolezze e le tue forze sono due facce della stessa medaglia e hanno la stessa radice.
Perchè una doula non è una baby sitter.

mercoledì 22 luglio 2015

La solitudine delle mamme


Avere un figlio è una delle cose più belle che possano succedere. 
Uno dei momenti più desiderati.
Quando questo avviene però non sempre le mamme sono così felici come avrebbero immaginato.
Spesso diventare madri significa sperimentare una solitudine particolare: la solitudine delle madri.

Dopo i primi giorni in cui amici e parenti sembrano soffocarti, venendoti a trovare in continuazione (anche quando avresti bisogno di riposare), e in cui il tuo compagno ha preso dei giorni di ferie per stare con te, quando tutto (per gli altri) rientra nella normalità,
la madre si ritrova a casa sola con il piccolo oggetto del suo amore, che però notoriamente non è in grado di intrattenere una conversazione.

giovedì 12 marzo 2015

Arrivare in fondo alla gravidanza


scritto da Roberta Leonarduzzi

Quando si arriva in fine alla gravidanza non ce la si fa più!
Diciamolo, è così per tutte le donne!



Anche le donne che hanno vissuto gravidanze bellissime e in uno stato di grazia, sperando che quei 9 mesi non avessero mai fine, quando arrivano nelle ultime settimane si sentono come delle bombe ad orologeria e non vedono l'ora di schiudersi!

A tutto c'è un limite, in effetti.
Il corpo, ormai completamente riempito dal nostro piccolo inquilino fa sempre più fatica a fare qualsiasi cosa: è difficile allacciarsi le scarpe, è difficile cucinare senza spegnere i fornelli con un movimento non voluto del pancione, è difficile vestirsi, è difficile fare le scale ed è anche difficile riposare (anche perché la vescica chiede di essere svuotata ogni 15 minuti). 
Quella di riposare bene è forse la cosa più difficile.

sabato 7 marzo 2015

Come nasce BANCA MAMMA


 piccola storia di sorellanza 

Banca Mamma nasce dalla chiaccherata tra due mamme che abitano in un paesino del Friuli collinare (Roberta e Francesca),  
isolate e venute "da fuori", e dalla energia di una piccola rete già esistente che si è formata grazie agli incontri di MADRE NATURA TRA CAVOLI E CICOGNE.
images (11).jpgBanca Mamma è la voglia di trovarsi, condividere le necessità e le risorse di una maternità non facile nell'isolamento della famiglia individuale, è la voglia di ritrovarsi in cerchio con i propri bambini e sapere di poter contare le une sulle altre, in una sorellanza fatta di sostegno, creatività, inventiva, ricerca di soluzioni pratiche ed inserite in un contesto di decrescita felice.
 Banca Mamma è condividere uno pensiero, nato grazie alle energie di un week end con le sorelle doule di Trieste, con la rete e ritrovarsi con idee che collimano, con gli stessi pensieri e progetti che sembrano scritti insieme anche se non lo sono. 
 Ed è così che l'idea di Banca Mamma, appena abbozzata, incontra il progetto "NeoFamiglie in Cerchio" e l'Associazione SEMI DI VITA, naturale incubatorio di idee per le famiglie.
 La creatività di Betta e la precisione e la visione sociale di Serena si incontrano con la fiducia e il contenimento di Alessia, che propone il progetto al Comune e all'Ambito Socio Assistenziale di San Daniele e prospetta un salto di qualità, cioè portare la BANCA MAMMA allo Spazio Famiglia di San Daniele
Grazie a questo, oltre che al fuoco creatore di Roberta e alla sorellanza di Cristina che la sostiene, alla visione calma ma realistica di Cecilia che fa l'avvocato del diavolo quando serve, alla presenza di Debora, al sostegno a distanza di Edi e di Selene, la collaborazione esperta di Erica, la Banca Mamma non è più un sogno solo
nostro ma di tante altre mamme che ci hanno lette sul giornale o sentite in TV.

Ed è dallo Spazio Famiglia di San Daniele che partiremo per realizzarlo insieme  lunedì 9 marzo.

Chi vivrà vedrà.

sabato 28 febbraio 2015

Basterebbe così poco per essere felici

Foto da http://mammenellarete.nostrofiglio.it/
Ho visto una scena. Devo raccontarla.

 Una mamma, un bimbo di 5 anni circa e una altra persona (la zia o la nonna molto giovane). 
La mamma è in dolce attesa, sono stati all'ospedale per le solite analisi di routine che fanno tutte le donne incinte (o quasi).
Stanno uscendo dall'ospedale,  il bimbo per mano alla zia, la mamma stringe un batuffolo di cotone sul braccio. Il bimbo tiene in mano un cerotto. Orgoglioso vuole aprirlo e porgerlo alla mamma, ma la zia glielo strappa di mano, e lo apre velocemente dicendo malamente "Non così".

Il bimbo reagisce, allungando la mano verso il cerotto, dicendo "Non è mica tuo!".
La mamma non dice niente, si mette il cerotto e si prepara a uscire. Mette la cuffia al bimbo, la sciarpa. 


foto da http://comefare.donnamoderna.com/

Guardo il bambino.
È mortificato, ammutolito...annientato?
Guardo la zia e accenno un sorriso. 
Non ha sorrisi, ha un viso bello,  ma severo, triste, duro.
Escono. 
Non avevano fretta.


Mi chiedo: perché mortificarlo così senza motivo, perché non riuscire a vedere l'occasione di farlo sentire un piccolo grande ometto che apre e mette il cerotto alla sua mamma?
Alle volte gli adulti non li vedono i bambini, non sentono i loro sospiri, non percepiscono i loro sentimenti.
 Forse a loro volta sono stati bimbi ignorati,mortificati, perché la vita è dura, perché è sacrificio...

lunedì 16 febbraio 2015

Vita di comunità: una testimonianza

La testimonianza di una esperienza di vita in comunità nella città di Trieste
grazie alla collaborazione preziosa di Anna Tomasi che ha pensato di condividere con noi l'esperienza della sua piccola comunità triestina  (da 4 a 6 persone residenti più un numero variabile di presenze a seconda delle occasioni e delle iniziative) possiamo presentarvi quello che per certo è il sogno di molte giovani madri che leggono il nostro blog: condividere l'esperienza della maternità e non solo con altre famiglie in un grande cerchio di sorellanza, fraternità e, sostegno comune. Un grande aiuto, una grande risorsa, grandi ideali. Una testimonianza da leggere e da guardare, con foto bellissime che sprizzano gioia e vitalità!





Casa Lonjer: laboratorio comunitario triestino

Viviamo in un mondo cosiddetto globalizzato, reso sempre più piccolo dalle tecnologie che ci permettono di comunicare e di spostarci per il pianeta come mai prima nella storia umana, eppure, invece che trovare in ciò ragioni e strumenti per realizzare relazioni solidali e felicità consolidate, stiamo costruendo una realtà fatta di individui sempre più isolati, di piccoli nuclei (familiari, amicali, etnici) sempre più chiusi nei propri interessi specifici e/o impauriti dal confronto con l'altro.
In questo contesto generalizzato, negli ultimi decenni hanno cominciato a fiorire esperienze di vita comunitaria, improntate alla visione ecologica, all'estraneità dal mercato globale, alla ricerca di un ritorno a stili di vita frugali e sostenibili, alla realizzazione di rapporti tra le persone paritari e circolari.

Una rete tra le mamme: nasce Banca Mamma!



Cosa è BANCA MAMMA?

una banca del tempo e dei servizi che le mamme possono scambiarsi tra di loro che sta partendo nella zona collinare della provincia di Udine. 

Piccoli favori, guardarsi a vicenda i figli, farsi la spesa, preparare un pasto una per l’altra quando una è malata o in puerperio.

Inoltre collaborazione per incontri ludici per i bambini, per organizzazione di incontri con esperti e organizzazione di scambio vestiti e attrezzature usate per bambini, in collaborazione con l’Associazione Semi di Vita di San Daniele.


LUNEDI' 16 FEBBRAIO 2015 - ORE 17 
Incontro delle mamme interessate al progetto BANCA MAMMA
(e dei loro piccoli)

Lunedì 16 febbraio 2015 alle ore 17.00  a Buja (UD), di fianco alla Chiesa di Urbignacco, in via Monsignor Zanin 1, in una sala gentilmente prestata dagli Scout presso il centro di aggregazione giovanile

L’incontro colloquiale per conoscersi e fare la conta delle risorse umane, delle esigenze e delle idee e sarà anche l’occasione per festeggiare il carnevale con i piccoli da 0 mesi in su! quindi ben vengano costumi e dolcetti e bibite! L’incontro è aperto a tutti (compresi i papà).

Per informazioni Roberta 338.4059251

martedì 10 febbraio 2015

Mamme che aiutano mamme nell'allattamento

Il latte materno, il migliore alimento (e non solo) per il neonato (foto da http://mymillsbaby.co.uk)

Riparte da Tavagnacco la task force di mamme pronte e formate per sostenere l'allattamento al  seno.

Il gruppo spontaneo “Sorsi di vita” era operativo diversi anni fa a Udine, ma ora grazie 
all'entusiasmo di quindici mamme è pronto nuovamente a dare un aiuto alle mamme in difficoltà. 
Le scorse settimane la pediatra dell'azienda per l'assistenza sanitaria numero 4, Grazia Maria Chiacig, specializzata in allattamento, ha formato le partecipanti che sono così pronte, ora, per dare un supporto a chi ne ha bisogno.

La dottoressa Grazia Maria Chiacig, specializzata in allattamento, forma il gruppo di mamme.

“Nel corso degli incontri estivi dedicati alla prima infanzia – spiega l'assessore all'Infanzia, Erica Beltrame – era emersa la necessità di fornire supporti e informazioni riguardo all'allattamento al seno. La presenza della dottoressa Chiacig, che gratuitamente si è resa disponibile come formatrice, e l'entusiasmo di tante mamme hanno reso possibile la concretizzazione di questa idea. Già nella zona di Cervignano c'è un gruppo di Sorsi di Vita molto attivo e ben radicato, che può essere un modello di riferimento”.

domenica 8 febbraio 2015

Usare l'aglio per controllare lo streptococco beta emolitico?

Utilizzare l'aglio per combattere lo streptococco beta emolitico (di cui si fa un tampone in fine gravidanza) ed evitare così infezione, potenzialmente pericolosa per il neonato, ma anche  e l'infusione di antibiotici durante il parto (come da protocollo in caso di tampone positivo) ? Perchè no?

Ecco un interessante articolo tradotto da http://www.midwiferytoday.com/articles/garlic.asp

Foto da http://www.mr-loto.it


L'aglio uccide il lievito. Coloro che sono abituati a cuocere il pane sanno di non aggiungere l'aglio, mentre la pasta è in aumento perchè ucciderà il lievito. Per questo motivo, l'aglio viene aggiunto all'impasto dopo che è aumentato, appena prima della cottura in forno.

venerdì 30 gennaio 2015

Perchè falliscono gli allattamenti al seno

scritto da Roberta Leonarduzzi
Foto da http ://www.bergamopost.it/
Perché falliscono tanti allattamenti materni?
Spesso è una questione di aspettative, secondo me.
Ci sono genitori che partoriscono e non sanno, non hanno capito che il neonato ha dei ritmi diversi da quelli a cui siamo abituati noi, in questa società moderna, individualista e sempre organizzata ed efficiente.
Il bimbo arriva a rivoluzionare la vita, i vissuti, i tempi, i punti di vista, le visioni.
Niente dopo il parto sarà uguale a prima.
Se in senso positivo o negativo lo decide l'atteggiamento che i genitori, e la mamma in particolare, hanno di fronte a questa rivoluzione, a questi cambiamenti.

Il bimbo ha dei ritmi lenti. Giurassici. 
E ci sorprende nei tempi propri, indipendenti dalla nostra volontà, a partire dal parto.
Ma nella nostra società questi tempi lenti stridono, perché siamo abituati ad organizzarci e ad essere efficienti e anche quando ci fermiamo (o crediamo di esserci fermati), qualcosa dentro di noi continua a viaggiare alla velocità di prima (l'inerzia) e non possiamo star fermi a lungo, perché dentro di noi siamo ancora in movimento.


foto da http://mammenellarete.nostrofiglio.it


Questo succede già al momento del parto.

martedì 27 gennaio 2015

Le riflessioni di una ostetrica sulla donazione del sangue ombelicale


foto da http://midwifethinking.com/2011/02/10/cord-blood-collection-confessions-of-a-vampire-midwife/
Mi è stato chiesto di tradurre questo post pubblicato su http://midwifethinking.com.  Si tratta dei pensieri e delle considerazioni di una ostetrica rispetto al prelievo di sangue cordonale (sangue prelevato dal cordone ombelicale del bambino al momento della nascita). Per poterlo prelevare il cordone va clampato (cioè fermato con delle speciali mollette) precocemente, prima che smetta di pulsare.  Su questo argomento potete anche vedere il post Il clampaggio tardivo del cordone.


Prelevare il sangue ombelicale: confessioni di una ostetrica-vampiro



Quando ero una studentessa-ostetrica studente dagli occhi brillanti e con la coda di cavallo sono stata premiata con un certificato e una scatola di cioccolatini. Il mio successo è arrivato raccogliendo il sangue cordonale in ospedale. A quel tempo il Distretto Sanitario Locale stava sperimentando una banca del sangue del cordone ombelicale. Le cellule staminali raccolte dovevano essere utilizzate per il trattamento di leucemia e di ricerca. Ad ogni parto alla donna in ospedale è stato chiesto di donare il sangue del cordone ombelicale per la buona causa, e molti generosamente avevano accettato. Ero eccezionalmente brava a raccogliere il sangue. Questo post è un piccolo tentativo di pentirsi per i miei peccati.

mercoledì 21 gennaio 2015

Perché è così importante portare il bebè



scritto da Roberta Leonarduzzi

Ho avuto quattro figli in tre decenni diversi, e nessuno più di me sa quanto gli stili di maternage siano influenzati, almeno qui in Italia, da mode e i diktat che cambiano con il tempo.
Una cosa che è di moda nei nostri anni è il portare il bambino con la fascia, o con il marsupio “rigorosamente” ergonomico.
Ma è una moda?
E' anche una moda, che sostiene un mercato (ci sono mamme che cadono nell'acquisto compulsivo e hanno più fasce che scarpe o borsette), ma è anche una risorsa importantissima.


Foto http://bottegabubamara.blogspot.it/

La fascia, o il marsupio, permettono alla mamma di assecondare il bisogno di contatto del bambino , e anche il proprio.